Oltre 63 mila visite, 20 iniziative didattiche, 60 eventi di diversa natura distribuiti in tutto l’arco dell’anno e 30 diverse proposte educative che hanno coinvolto studenti del territorio e oltre: sono i numeri dell’Ecomuseo del Casentino, eccellenza dell’Unione dei Comuni Montani e punto di riferimento turistico della vallata. I dati diffusi sono relativi al 2018 e vedono una crescita di oltre 1000 ingressi, che includono quelli al Castello dei Conti Guidi di Poppi, ma che invece non tengono conto del numero totale di visitatori coinvolti nelle diverse iniziative didattiche e dei fruitori dei percorsi e sentieri tematici messi a punto nell’ambito del progetto. “Oltre ai numeri che sono in costante crescita, è importante sottolineare il metodo di lavoro dell’Ecomuseo che mette al centro il rapporto sinergico tra le amministrazioni, le realtà associative e i privati inclusi nella rete, ma anche le tante iniziative di successo che lo caratterizzano, alcune delle quali si stanno allargando oltre i confini regionali – ha spiegato Eleonora Ducci, assessore al sociale e alla cultura nell’Unione – basti pensare al progetto Festasaggia, all’esperienza delle Mappe di Comunità e al percorso pluriennale di raccolta di fonti orali portato avanti in stretta relazione con la Mediateca del Casentino /Banca della Memoria. Anche nell’ambito della Strategia Aree Interne il centro servizi dell’Ecomuseo sta gestendo un importante percorso tra Casentino e Valtiberina per la salvaguardia del patrimonio immateriale”. Articolato in 16 “antenne”, ovvero in veri e propri presidi culturali diffusi nel territorio e realizzati per raccontare le specificità della vallata attraverso lo spazio ed il tempo, l’Ecomuseo è un’identità riconoscibile nelle strade, nei castelli, nelle pievi e nei monasteri, ma anche nei canti, nelle leggende, nei saperi e nelle storie degli abitanti passati e presenti. “Si tratta a tutti gli effetti di un patto con il quale la comunità si prende cura del proprio territorio – ha dichiarato Andrea Rossi, collaboratore dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino – siamo molto soddisfatti della crescita riscontrata negli ultimi anni, sia in termini di numeri che di feedback positivi, anche se come è naturale non mancano le criticità. Continueremo a lavorare per migliorare l’offerta di quello che è a tutti gli effetti un laboratorio di crescita culturale e di sviluppo delle comunità ancor prima che una proposta turistica”. I dati parlano chiaro, il progetto è diventato una risorsa importante anche per tutti quei turisti attenti e responsabili, desiderosi di entrare in contatto con tradizioni, sapori e “saper fare” ancora autentici. “I presidi culturali dell’Ecomuseo, che possono avere anche caratteri e finalità differenti, sono pensati proprio come momenti di documentazione ed informazione, porte d’accesso da cui procedere alla conoscenza della prima valle dell’Arno – ha concluso Andrea Rossi – il modo migliore per visitarlo è quello di partecipare ad una delle molte iniziative che regolarmente vengono proposte, vere e proprie forme di accoglienza di comunità”.