Rafforzare il ruolo dei servizi sociali territoriali come strumento di resilienza mirando alla definizione di modelli personalizzati per la cura delle famiglie, dei minori, degli adolescenti e degli anziani, così come delle persone con disabilità: è questo l’obiettivo che i comuni casentinesi intendono perseguire attraverso i quattro maxi progetti da 3 milioni e 700 mila euro presentati nell’ambito delle risorse messe in campo dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR).

Un lavoro di squadra quello che ha coinvolto tutti gli enti di vallata, nessun escluso, con capofila l’Unione dei Comuni, e che in specifici interventi ha esteso la partecipazione anche a Valtiberina e Valdarno.

 

Tante le misure previste nei progetti: da quelle per il sostegno alle capacità genitoriali e alla prevenzione della vulnerabilità delle famiglie con l’obiettivo di ridurre o evitare il rischio di allontanamento dei bambini e degli adolescenti dal proprio nucleo familiare attraverso una connessione più forte tra il sistema socio assistenziale, sanitario ed educativo; fino agli investimenti infrastrutturali pensati per prevenire l’istituzionalizzazione attraverso strutture alloggiative e dotazioni strumentali innovative che consentano agli anziani di conseguire e mantenere una vita autonoma e indipendente, con la garanzia di servizi accessori, in particolare, legati alla domiciliarità, che assicurino la continuità dell’assistenza, secondo un modello di presa in carico sociosanitaria. Queste azioni avranno come cardine la semplificazione dei percorsi di accesso alle prestazioni e una presa in carico multidimensionale e integrata, attraverso un progressivo rafforzamento dei servizi territoriali di domiciliarità, per evitare processi di istituzionalizzazione non appropriata.

Altre linee di intervento sono quelle per garantire la possibilità di utilizzare l’istituto delle “dimissioni protette” e per prevenire il ricovero in ospedale che ha come obiettivo primario di migliorare la diffusione dei servizi sociali su tutto il territorio e favorire la de-istituzionalizzazione e il rientro a domicilio dagli ospedali, in virtù della disponibilità di servizi e strutture per l’assistenza domiciliare integrata, oltre alla promozione di interventi a sostegno di progettualità per la “vita indipendente” e per il “dopo di noi” a favore delle persona con disabilità, sperimentate negli anni, con attenzione sia agli aspetti legati alla progettazione individualizzata, che agli aspetti legati alla residenzialità e a quelli legati all’autonomizzazione attraverso il lavoro.


“Si tratta di quattro progetti molto importanti che rappresentano il risultato di un lavoro di squadra tra tecnici e amministratori locali – h
a spiegato l’assessore al sociale nell’Unione dei Comuni Montani del Casentino Valentina Calbi – c’è stata una bella intesa a partire dalla volontà di perseguire obiettivi che avvantaggino l’intera vallata, come insieme. E’ la prima azione dopo il ritorno al Distretto Casentino ed è una buona premessa per il lavoro futuro, ci auguriamo che le misure vengano finanziate a vantaggio della nostra comunità e di quelle del Valdarno e della Valtiberina che hanno collaborato ai progetti”.


“Come primo atto del ritrovato distretto sanitario sono molto soddisfatto di aver partecipato ad un bando così importante orientato al sostegno delle fasce più fragili della popolazione – 
ha dichiarato il presidente della Conferenza dei Sindaci del Casentino e sindaco di Bibbiena Filippo Vagnoli – ringrazio tutti i miei colleghi, con i quali abbiamo trovato un accordo importante per partecipare ad alcune linee del Piano nazionale di ripresa e resilienza e l’ufficio tecnico del distretto composto dalle dottoresse Cungi e Nocentini. Un grazie anche alla Dottoressa Antonella Secco con la quale abbiamo trovato subito una bella intesa in questa ripartenza per il nostro Casentino“.