Il progetto SUFA nel corso di questi anni ha stabilito una propria specificità nel rapporto con comunità di migranti e singoli artisti, perfezionando e via via ampliando l’orizzonte delle proprie azioni, sempre alla convergenza tra arte contemporanea e diritti umani. Sulla base del lavoro fatto nelle precedenti edizioni, e forti di quanto tessuto nella relazione con il territorio (la comunità, le istituzioni locali ma altri operatori su scala regionale e nazionale), anche oltre i calendari di attività dichiarati, il progetto intende stabilizzare le proprie attività come piattaforma di ricerca e produzione permanente.
Per chiarire questo obiettivo si esplicita nel nome quanto nei fatti è già parte della mission: un racconto delle migrazioni in tutte le loro forme, prestando attenzione a tutte le conseguenze del fenomeno e a tutte le persone che ne sono interessate: chi parte, chi resta, le comunità che accolgono i nuovi cittadini o assistono al loro passaggio. Inoltre, come già è avvenuto per l’edizione 2021, pur ribadendo l’importanza di mantenere alto il dibattito sulla provenienza subsahariana di un cospicuo numero di migranti, si apre lo spazio di confronto a questioni, persone e artisti di altre nazionalità. Inoltre, tutte le azioni proposte quest’anno del quadro di SUFA sono incentrate proprio sul tema del dialogo, della connessione, dell’aggregazione, e gli artisti coinvolti hanno tutti una lunga pratica di incontro con le comunità e di progetti relazionali, sia nell’ambito delle arti visive sia di quelle sceniche.
Stand Up For Africa 2023/24, progetto ideato dall’associazione Hymmo Art Lab, è promosso e sostenuto dall’Unione dei Comuni Montani del Casentino nell’ambito delle attività dell’Ecomuseo con il cofinanziamento di Regione Toscana Giovani SI – Progetto Toscanaincontemporanea, con il contributo del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, del Comune di Pratovecchio Stia e del SAI – Sistema Accoglienza Integrazione dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino gestito da ARCI Arezzo e la collaborazione del comune di Poppi.
L’edizione di SUFA 2023/24 si è articolata in tre moduli.
Una prima azione ha visto protagonista Fargo (pseudonimo di Emanuel Carfora, 1983, artista visivo e mediatore culturale, vive e lavora a Firenze), impegnato nella produzione di un’opera permanente di pittura murale negli spazi rinnovati dell’ex ospedale di Poppi. Questo modulo artistico si inserisce in maniera complementare rispetto alle azioni previste dal bando “Spazi Attivi” promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e cofinanziato da comune di Poppi concentrate appunto nel costituendo spazio CU.RA nel centro storico. Considerando la vocazione del nuovo polo culturale, che punta al dialogo tra diverse fasce della comunità, tra vecchi e nuovi abitanti, tra residenti e turisti presenti nella vallata, Fargo ha proposto una nuova fase di “Tavola periodica”, progetto incentrato sulla sperimentazione che da tempo l’artista conduce sulla cianotipia (una tecnica, quasi un ibrido tra grafica e fotografia, basata sull’uso della luce solare). “Tavola periodica” si sviluppa come un lavoro collettivo, un laboratorio pratico e compositivo ed ha visto la realizzazione di un primo modulo artistico con il coinvolgimento di alcune classi della scuola secondaria di primo grado di Poppi.
Gli altri due moduli dell’edizione 2023/24 saranno restituiti sabato 23 Marzo a Poppi.
Alle 16:30 sarà presentato il lavoro di MARINA ARIENZALE dal titolo “Esteso” a cura di Pietro Gaglianò presso Palazzo Giorgi Via Cesare Battisti, 23 Poppi (AR)
La mostra di Marina Arienzale sarà visitabile su appuntamento fino al 28 aprile (dal lunedi al venerdi – 10.00 – 13.00), hymmoartlab2015@gmail.com. INFO: 0575 507272 cell.+39 3478404615
L’artista Marina Arienzale (1984, artista e fotografa, vive e lavora a Firenze) propone un progetto in cui sviluppa una ricerca in corso sulla percezione del paesaggio, da parte delle persone. Il paesaggio, in particolare, è quello sottratto alla vista di chi si trova nello spazio pubblico: scorci visibili dalle finestre e dai balconi di case private, in edifici che fungono da cortina architettonica. Alla ricerca di questi scenari (che possono essere anche visioni domestiche o urbane, non necessariamente rurali) l’artista entra nelle case delle persone e dialoga con loro, incontrando vecchi e nuovi abitanti e creando una topografia meticcia. Spazio pubblico e punti di vista provati, sguardi ancorati alla tradizione e percezioni inedite di chi arriva da lontano si compongono in una serie di opere che prevedono l’uso di fotografia, video e altri medium.
Alle 19,00 sarà invece la volta di COME UNA SCHEGGIA NELLA FERITA. Restituzione del laboratorio interculturale a cura di Massimo Luconi presso l’associazione culturale Kontagio, Piazza Risorgimento, 37 – Poppi (AR) con la collaborazione di Arianna D’Angelo e la partecipazione degli allievi della scuola di italiano per stranieri del Progetto SAI Unione Comuni Montani del Casentino gestito da ARCI Arezzo. Percussioni e canto Papi Thiam.
Massimo Luconi, regista teatrale che, nel ricco curriculum, conta anche esperienze artistiche in Africa e con cittadini africani in Italia, darà vita a un’azione partecipata con un gruppo di giovani migranti insieme ad alcuni casentinesi che si alterneranno nella lettura ad alta voce di testi poetici tradotti in italiano e nella lingua d’origine, La dimensione simbolica dell’azione teatrale e lo spazio protetto dell’attività pedagogica incoraggiano in questo modo la riappropriazione della fiducia in sé stessi e il miglioramento della capacità espressiva.